Itinerario nella provincia di Treviso

Asolo. La visione delle ossa aride nella chiesa di Pagnano

Le tappe dell’itinerario

Pagnano è una frazione di Asolo, nel Trevigiano, situata in una conca al margine dei colli asolani, in vista del monte Grappa. La chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista contiene un dipinto di Noè Bordignon, risalente al 1874, che illustra il tema della risurrezione dei morti. Il pittore ha descritto in particolare la visione del profeta Ezechiele della valle delle ossa inaridite che riprendono vita. L’episodio è registrato in Ezechiele (37, 1-14). «La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare accanto a esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella distesa della valle e tutte inaridite. Mi disse: "Figlio dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?". Io risposi: "Signore Dio, tu lo sai". Egli mi replicò: "Profetizza su queste ossa e annuncia loro: "Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore"". Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai, ed ecco apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c'era spirito in loro. Egli aggiunse: "Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell'uomo, e annuncia allo spirito: "Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano"". Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato. Mi disse: "Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: "Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti". Perciò profetizza e annuncia loro: "Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò"". Oracolo del Signore Dio» (Ez 37,1-14).


Bordignon dipinge un turbine che squarcia un limpido cielo illuminato dal sole al tramonto. Un colle in primo piano sovrasta una immensa valle che si stende a perdita d’occhio fino a una cresta montuosa all’orizzonte che riproduce il profilo del monte Grappa. Nel turbine un angelo scende per portare al profeta lo spirito e la volontà di Dio. Ezechiele è ritratto al centro della visione con le braccia allargate: un gesto che sembra significare che il profeta mette in comunicazione la volontà divina con la condizione umana; ma anche un gesto che esprime la meraviglia di fonte all’evento stupefacente che si materializza sotto i suoi occhi. La valle è uno sconfinato cimitero di ossa e di scheletri, nel quale si scorgono i primi segni di vita rinascente. L’altura in primo piano riproduce con maggiore chiarezza quanto sta avvenendo nella valle ai piedi del profeta: vediamo ossa sparse, carcasse inanimate, scheletri che si rianimano, cadaveri che fuoriescono dalle bare e dai sepolcri, mummie che riacquistano progressivamente le sembianze umane, corpi restaurati al risveglio, uomini e donne, vecchi e bambini che si rivestono dei loro abiti e si mettono in cammino verso la terra promessa.


La visione di Ezechiele è ‘figura’ di quanto accadrà nell’ultimo giorno del mondo, quando al suono delle trombe i morti risorgeranno per sottoporsi al giudizio finale e potranno raggiungere la beatitudine eterna o l’eterna dannazione. La fiducia nella sconfitta della morte e la speranza di una risurrezione finale filtrano in molte pagine del primo come del nuovo testamento. Come epigrafe alla visione di Noè Bordignon può dunque porsi il bellissimo vaticinio di Isaia profeta: «Ma di nuovo vivranno i tuoi morti. I miei cadaveri risorgeranno! Svegliatevi ed esultate voi che giacete nella polvere. Sì, la tua rugiada è rugiada luminosa, la terra darà alla luce le ombre» (Is 26,19).

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