Itinerario nella provincia di Treviso
Treviso. La galleria d’arte e il Paradiso di Paris Bordon
Le tappe dell’itinerario
Chi visiti a Treviso la sede dei Musei civici nel complesso di Santa Caterina gode della doppia opportunità di apprezzare una bella rassegna di arte medievale e rinascimentale in un prestigioso contenitore conventuale, un palinsesto di spazi espositivi che comprende la grandiosa navata della chiesa, i chiostri, le sale comuni e le celle dell’antico convento. Dopo aver ripercorso la lunga vicenda di Sant’Orsola e delle sue sfortunate compagne narrata da Tommaso da Modena, ci trasferiamo nel complesso conventuale. Al piano terra osserviamo il frammento d’affresco di un giottesco romagnolo della fine del Trecento con un’immagine del giudizio finale, limitato al Cristo nella mandorla sostenuta dagli angeli, affiancato dal Battista e dagli apostoli. Desta curiosità una tela di Jan Mandyn dedicata a San Cristoforo e l’Inferno, eco di antiche leggende e della bizzarra fantasia di Bosch.
Saliamo ora i consunti gradini in pietra d’Istria dello scalone monumentale che ci porta nel lungo corridoio della ‘manica lunga’. Una delle celle che ospitava un tempo qualche santo frate accoglie oggi la grande tela dedicata al Paradiso, dipinta da Paris Bordon nel 1560 circa, proveniente dal convento delle benedettine di Ognissanti. Paris Bordon è ricordato nelle Vite scritte da Giorgio Vasari come «quegli che più di tutti ha imitato Tiziano», e che «nato in Treviso da padre trivisano e madre viniziana, fu condotto d'otto anni a Venezia (dopo la morte del padre) in casa d'alcuni suoi parenti. Dove, imparato che ebbe grammatica e fattosi eccellentissimo musico, andò a stare con Tiziano».
La pala ambienta il Paradiso sulle nuvole e organizza i beati su più livelli. In alto, sotto una luce dorata e uno sfarfallio di angeli, la madre di Dio è incoronata regina per mano della trinità di Dio padre, del figlio Gesù e della colomba dello Spirito santo. Più in basso vediamo Giovanni Battista e il cerchio formato dagli apostoli e dagli evangelisti.
Al centro è una strip popolata di santi e martiri, con San Sebastiano infilzato da una freccia, San Pietro da Verona con la testa spaccata da una roncola, la Maddalena penitente con il vasetto degli unguenti, Santa Caterina d’Alessandria con la ruota, San Lorenzo con la graticola, Santo Stefano vestito da diacono con la pietra della lapidazione sul capo, Sant’Antonio col fuoco in mano e Il buon ladrone Disma con la sua croce.
La parte inferiore della pala raffigura il popolo immenso dei santi di Dio. Al centro vediamo San Benedetto e la sorella Santa Scolastica, fondatori dell’ordine benedettino. Si riconoscono i dottori della chiesa: Papa Gregorio col triregno, Ambrogio vescovo con la tiara, Gerolamo con la berretta cardinalizia. E ancora San Francesco con la croce, San Martino di Tours con l’armatura da cavaliere e il mantello, Sant’Orsola con la corona, il vessillo e le sue compagne con la palma del martirio. Sugella il gruppo il gigante buono, San Cristoforo, con la sua palma.
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