Itinerario nella provincia di Treviso
Vittorio Veneto. Il Giudizio finale di Agostino Ridolfi
Le tappe dell’itinerario
Il Comune di Vittorio Veneto, situato nel Trevigiano, là dove la statale di Alemagna lascia la pianura e s’infila tra i monti, nasce nel 1866 dalla fusione dei due centri preesistenti di Serravalle e Cèneda. La Chiesa di San Giovanni Battista si trova a Serravalle e fa parte del complesso del convento dei francescani edificato nel Trecento. La chiesa fu ricostruita in stile tardo gotico nel Quattrocento, con un interno a tre navate, integrate da cappelle laterali decorate ad affresco. Nel presbiterio troviamo due grandi tele dipinte nel 1688 dal pittore bellunese Agostino Ridolfi, dedicate rispettivamente al Giudizio universale e al Diluvio.
La visione del Giudizio segue l’impostazione classica: la fascia in alto registra gli avvenimenti che accadono in cielo, mentre la fascia inferiore è dedicata agli eventi terreni. Ciò che colpisce non è quindi lo schema geografico, quanto piuttosto l’affollamento dell’aldilà, la densità di presenze umane e la cura descrittiva dei corpi dei risorti.
In cielo spicca lo schema triangolare con la figura centrale del Cristo giudice e le figure laterali dei due intercessori, Maria la madre di Gesù, e Giovanni Battista, il precursore. Le altre presenze sono statiche e comprimarie: gli angeli esibiscono gli strumenti della passione (la scala, la croce, la colonna della flagellazione), i beati e gli apostoli sono adagiati sulle gradinate di nuvole della corte celeste.
La scena si anima decisamente in basso. Svegliati dal suono delle trombe, gli scheletri si rianimano, i morti si sollevano dalle loro sepolture e tornano in vita. Si genera un gran movimento di corpi maschili e femminili che il pittore ritrae in tutte le pose, con una serie di scorci che sottolineano la gestualità e le emozioni. Nell’angolo in basso a sinistra si concentrano i beati; appresa la sentenza benevola essi si librano in un volo ascensionale verso il Paradiso, sostenuti e accompagnati dagli angeli. Nell’angolo opposto si osserva invece il descensus ad inferos, lo smottamento di corpi e la progressiva caduta dei dannati con un’accelerazione provocata dalla violenza dei demoni.
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