Itinerario nell’Aldilà degli Etruschi
Demoni e custodi infernali
Le tappe dell’itinerario
Gli Etruschi hanno immaginato nelle loro tombe un pantheon infero assai pittoresco. L’Oltretomba era collocato nelle regioni dell’occidente dove tramonta il sole e munito di una porta di accesso sorvegliata da specifici guardiani.
Il pauroso mostro Tuchulcha affianca spesso Charun come rapitore e carnefice delle anime, mezzo uomo e mezzo uccello rapace. Mostra orecchie d’asino, muso di avvoltoio e capelli formati da serpenti Un affresco della tomba tarquiniese dell'Orco lo raffigura alato, di tinta giallastra, con orecchie equine e grande becco ricurvo, serpenti nelle mani e sulle chiome.
A guardia delle porte dell’aldilà è il cane Cerbero dalle tre teste. Nella Teogonia di Esiodo il cane Cerbero è «ferocissimo e pieno di malizia; a coloro che entrano fa festa dimenando la coda ed entrambe le orecchie, ma poi non lascia più venir fuori nessuno: aspettando al varco, sbrana chiunque sorprenda nel tentativo di uscir dalle porte». Gli Etruschi lo confermano nel ruolo di cane da guardia e lo raffigurano nella tomba dei Rilievi a Tarquinia come un elegante levriero a tre teste dotato però di coda e collare anguicriniti.
La viscida presenza di Serpenti infernali è segnalata più volte nelle tombe etrusche. Spaventoso è l’enorme serpente a tre teste, munito di cresta e barba, con il corpo avvolto in un’unica grande spira, che abita l’ultima sala della tomba della quadriga infernale nella necropoli delle Pianacce a Sarteano. Ancora più inquietanti sono i serpenti che sbucano minacciosi dalle pareti dell’Ipogeo dei Volumni a Ponte San Giovanni, vicino Perugia.
Una figura di grande interesse è quella di Scilla, un demone femminile scolpito su una tomba di Sovana e su numerose urne funerarie. Scilla è un imponente demone marino, con un bel viso di donna irata, con due code pisciformi, il busto femminile scoperto e grandi ali. Brandisce spesso un remo o un timone con intenzioni minacciose. L’insieme dei suoi attributi la caratterizza come creatura che collega il mare, la terra e il cielo e presiede l’intero ciclo vitale.
Decisamente meno mostruosa, e anzi figura di angelica custode e traghettatrice delle anime è la Lasa. Le Lase sono divinità femminili etrusche considerate le messaggere e le esecutrici del destino.
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