Itinerario nell’Aldilà degli Etruschi
Cerveteri. La via degli Inferi
Le tappe dell’itinerario
La necropoli della Banditaccia si allunga sul pianoro parallelo alla rupe di tufo che sostiene Cerveteri e dalla quale è separato dal fosso Manganella. È la più vasta necropoli del mondo antico giunta fino a noi. Questa singolare “città dei morti” affianca la via sepolcrale principale, lunga circa 2 km, che taglia il pianoro alternando tratti in superficie a tratti incassati nel banco tufaceo. La denominazione di Via degli Inferi rende felicemente la sensazione d’immersione nello sheol sotterraneo che si prova scendendo nelle profonde trincee fasciate da tombe ricavate nelle pareti di tufo a varie altezze. Partendo dalla Rocca, nella parte alta di Cerveteri, si segue la Via della Necropoli che si dirige a nord, aggira le mura e le basi della rupe, supera il fosso e raggiunge un ampio piazzale. La via della Necropoli prosegue stretta ma asfaltata fino all’ingresso dell’area a pagamento. Si segue invece per pochi metri la Via di Gricciano per imboccare sulla destra la strada pedonale che percorre la parte occidentale della necropoli. Dopo un boschetto si va a sinistra dove sono alcuni importanti ipogei che si raggiungono scendendo ripide scalinate di accesso. Sono le tombe dell’Alcova, dei Tarquini, dei Sarcofagi e del Triclinio. Gli ingressi sono chiusi ma le foto esterne danno un’idea della grandiosità degli interni. Si riprende la pedonale sterrata che procede solenne in trincea. Il viale è assolutamente pittoresco: tombe di tutte le architetture si affastellano disordinate sulle due rampe laterali, tra filari di cipressi e di pini marittimi. Oltre ai tumuli, ai dadi e agli ipogei che erano destinati alle famiglie più agiate, si osservano tombe a fossa, casse di pietra, loculi, arcosoli, urne cinerarie, pozzetti. Percorso un km si raggiunge la recinzione della necropoli monumentale. All’interno sono disponibili tutti i servizi per il turista. L’impressione è di trovarsi all’interno di una città reale, urbanisticamente pianificata, divisa in isolati, quartieri, condomini, accentrati sulla piazza principale da cui si dipartono cinque strade (la via Sepolcrale, la via degli Inferi, la via delle Serpi, la via dei vasi Greci e la via della Cornice), a loro volta tagliate da viottoli secondari lungo i quali si allineano i sepolcri. La visita può seguire l’itinerario consigliato sulle mappe. I monumenti principali da visitare sono le tombe dei Capitelli, della Capanna, dei Dolii e degli Alari, dei Vasi greci, dei Rilievi, della Cornice, della Casetta e i tumuli Maroi, Policromo e Mengarelli.Terminata la visita della necropoli recintata, se ne ripercorre il bordo lungo la sterrata che fiancheggia fedelmente la recinzione e prosegue al termine di questa aggirandone la testata. In breve s’incrocia il percorso della via degli Inferi che esce dal recinto, taglia la sterrata, la lascia e scende, ben segnalata, nel fosso a destra, verso l’area orientale della necropoli. Qui l’ambiente diventa nettamente più selvaggio. Le tombe si arrampicano sulle pareti del piccolo canyon divincolandosi tra la vegetazione aggressiva. Siamo in suggestivo corridoio d’ombra, dominato da inquietanti occhi neri di tutte le forme che danno accesso al mondo rupestre infero. Qui non c’è l’ostensione orgogliosa della ricchezza, del prestigio e della posizione sociale, ma la ricerca di un rifugio nascosto, di un luogo rituale di pianto e di memoria.
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