Itinerario nell’Aldilà degli Etruschi
Il viaggio del defunto verso l’aldilà
Le tappe dell’itinerario
Nell’immaginario etrusco è diffusa l’idea che l’uomo dopo la morte debba mettersi in viaggio per raggiungere gli Inferi. Le urne funerarie provenienti dalle tombe etrusche mostrano spesso la scena del congedo del defunto dalla sua famiglia, completata con la rappresentazione del servo che dovrà portare le provviste e del cavallo sul quale il defunto farà il viaggio.
Una seconda scena è quella del defunto che, dopo il commiato, inforca il cavallo e inizia il viaggio, accompagnato spesso dal servo e dai demoni della morte, tra i quali Charun, sinistra figura dal naso adunco e orecchie ferine, armato di martello per sfondare le porte dell’Averno, e la Vanth munita di fiaccola per rischiarare l’oscuro cammino ctonio.
Una terza scena vede il cavallo sostituito da un carpentum, un carro a due o quattro ruote, coperto da un tendone di tela pesante e tirato da una pariglia di cavalli o di muli, sul quale il defunto o la coppia matrimoniale compiono il loro estremo viaggio. Frequente è la presenza di un piccolo servo con un manto a cappuccio, di un battistrada a cavallo e di un demone. Una variante è rappresentata dalla biga o dalla quadriga, un currus guidato da un magistrato o da un guerriero, tirato da quattro cavalli e preceduto dagli apparitores, i littori con i fasci e da suonatori di flauto, corno e cetra. Nei cortei funebri dei magistrati compaiono anche gli scrivani con le tavolette e gli assistenti con lo scrigno per la scrittura.
Una quarta scena immagina che l’ultimo viaggio verso le Isole Beate avvenga su una barca o una nave a vela e mostra il defunto in procinto di imbarcarsi.
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