Itinerario nella provincia dell’Aquila
Giustizierato d’Abruzzo Ultra
Le tappe dell’itinerario
Il Paradiso di Pescocostanzo
Il viaggio tra le immagini dell’Aldilà delle terre aquilane trova una degna conclusione sugli altipiani maggiori, a Pescocostanzo, uno dei più eleganti paesi abruzzesi. Salite le scale d’accesso, l’interno della Collegiata di Santa Maria del Colle è uno scrigno di tesori, tra tavole dipinte, altari, soffitti e cancelli. Ma ad attirare la nostra attenzione è la cappella del Sacramento che ha la cupola ovale decorata da una sfolgorante Gloria del Paradiso, ridipinta nel 1721 da Giambattista Gamba dopo i danni causati dal terremoto del 1706 e restaurata dopo l’ennesimo terremoto del 1984. È la luminosità il tratto distintivo di questo Paradiso, una luce che si irradia dal centro e diventa un caldo color oro che domina il bianco delle nuvole e fa risplendere il popolo dei beati.
Il nucleo centrale di questo Paradiso ricorda la classica raffigurazione del Giudizio universale. Il Cristo appare sulle nuvole nella sua seconda parusia. Lo accompagna l’ostensione della Croce da parte degli angeli, memoria del sacrificio di Gesù e strumento della salvezza del genere umano. Ai suoi piedi sono gli intercessori, la madre Maria e il precursore Giovanni. Un fiume di angeli trombettieri, guidato dall’arcangelo Michele che sguaina la spada, scende ad annunciare il giudizio imminente. Un drago diabolico incatenato è l’unica presenza che ricordi l’esistenza dell’inferno e della dannazione.
Sulle soffici nuvole del Paradiso, con andamento a spirale, stazionano i beati. Molti sono riconoscibili grazie agli abiti e agli altri tradizionali attributi dipinti dal pittore. Ecco così i patriarchi biblici, Mosè con le tavole della legge e Davide con l’arpa. Santa Cecilia, patrona della musica, suona l’organo. Santi guerrieri innalzano le loro insegne. I dottori della Chiesa godono dell’aiuto di putti che ne sostengono le insegne. I santi fondatori di ordini sono riconoscibili dai loro abiti. Quando la spirale di nuvole si stringe verso l’alto i contorni dei personaggi sfumano e i santi risultano meno riconoscibili. Ma si resta ammirati dalla profondità al cielo e dal modo scelto dall’artista per renderne la trascendenza.
>> la Mater Indigentium tra Pereto e Rocca di Botte
>> la resurrezione dei morti nella Collegiata dei Santi Giovanni a Celano
>> il giorno dell’ira (Dies Irae) di Tommaso da Celano
>> la fine del tempo nell’abbazia di Santa Lucia a Rocca di Cambio
>> il Giudizio finale nella chiesa dell’Assunta di Assergi
>> L’Aquila: la chiesa del Suffragio, l’affresco di San Silvestro e il museo di San Giuliano
>> il Giudizio finale di Santa Giusta a Bazzano
>> il Giudizio finale in Santa Maria ad Cryptas a Fossa
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