Itinerario nella provincia dell’Aquila

Giustizierato d’Abruzzo Ultra

Le tappe dell’itinerario

Il Giudizio finale in Santa Maria ad Cryptas a Fossa


Ci spostiamo a Fossa, nella chiesetta di Santa Maria delle Grotte (ad cryptas), situata appena fuori del paese. Anche qui il terremoto ha scardinato le giunture dei muri e lesionato i famosi affreschi che rivestono tutte le pareti della chiesa. Il giudizio universale, della fine del Duecento, occupa tutta la facciata interna ed è articolato su cinque fasce orizzontali sovrapposte.

La prima fascia in alto, di forma triangolare, è dedicata al Giudice. Il Cristo è seduto sul trono del giudizio all’interno di una mandorla coloratissima (l’arcobaleno della nuova alleanza) ed esibisce i fori dei chiodi della crocifissione sulle mani e sui piedi e la ferita della lancia sul costato. Contrariamente al solito la mandorla non appare in cielo, ma è ben piantata sulla terra, tra le piante di un giardino. Attorno al Giudice sono gli angeli trombettieri che, rivolti ai quattro angoli del mondo, suonano il risveglio dalla morte con le loro lunghe trombe e gli olifanti.

La seconda fascia è dedicata al tribunale celeste: i dodici apostoli sono in piedi, in due gruppi di sei separati da una finestra e capeggiati da Pietro e Paolo; alcuni portano in braccio gli scritti di cui sono autori mentre altri indicano col dito il giudice in alto.

La terza fascia è dedicata alla separazione dei risorti e ai cortei degli eletti e dei reprobi. A sinistra è un angelo che mostra una pergamena (filatterio) con le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Matteo e rivolte ai buoni: «venite benedicti patris mei, possidete regnum» (venite benedetti del padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo); alla sinistra è l’angelo che mostra le parole evangeliche rivolte ai malvagi: «ite maledicti in ignem æternum» (via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno). I buoni, in corteo, vestono abiti dalle tinte tenui e mostrano tutto il loro giubilo attraverso i gesti della preghiera di ringraziamento. Sul fronte opposto il corteo dei malvagi a capo chino veste abiti dai colori più scuri e mostra i gesti della delusione e della rassegnazione.

La quarta fascia è una strip di fotogrammi di grande effetto che contiene le immagini di sepolcri simili nella struttura ma decorati nei colori più festosi:  le tembe si scoperchiano e i corpi dei sepolti avvolti nei sudari si rianimano e sollevano le braccia verso il giudice.

La fascia affrescata in basso, separata dal portone della chiesa, è dedicata alle scene del paradiso e dell’inferno. L’arcangelo Michele pesa le anime dei risorti sulla bilancia a doppio piatto e tiene contemporaneamente a bada con una lunga lancia il demonio che tenta di falsare la pesatura. Più a sinistra la Madonna accompagna i beati verso la porta del Paradiso. Per ragioni di spazio il Paradiso è raffigurato sulla parete vicina nelle sembianze del seno dei patriarchi: Abramo, Isacco e Giacobbe, seduti in un giardino di alberi paradisiaci, sollevano i lembi del loro mantello e accolgono in grembo una piccola folla di salvati.

A destra è l’inferno con un piccolo gruppo di dannati simbolici tra i quali spiccano Giuda, Caifa, l’avaro e la meretrice; i dannati si azzuffano, bruciano tra le fiamme dell’Ade, sono morsicati da serpi intraprendenti e lubriche e sono alla fine acciuffati da un grande Lucifero dai piedi d’aquila. L’estremo personaggio sepolto nel più profondo dell’inferno e raffigurato con un bicchiere in mano è il ricco Epulone, satollo e obeso, costretto a chiedere al povero Lazzaro nel seno di Abramo la pietà di un goccio d’acqua per bagnarsi la lingua riarsa.

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