Itinerario nella provincia di Viterbo

Lucifero e i suoi antenati in terra di Tuscia

Le tappe dell’itinerario

Tuscania: le tre facce di Lucifero


Ci trasferiamo a Tuscania, tappa importante del nostro itinerario. Fuori città, sull’antica Via Clodia, c’è il  colle dell'antica acropoli, con le chiese dedicate a San Pietro e a Santa Maria Maggiore, affiancate da due torri e dal palazzo vescovile, cioè da quanto resta della cittadella vescovile fortificata  dell' XI secolo. Se ci fermiamo ad osservare con attenzione la facciata della chiesa di San Pietro, intorno alla bifora a destra del rosone, vediamo due volte emergere in rilievo la triplice faccia diabolica di Lucifero.

Ma chi è questo Lucifero?

La Bibbia racconta nelle sue prime pagine che causa del peccato originale di Adamo ed Eva fu una voce seduttrice, ostile a Dio, invidiosa della condizione dei primi uomini nel paradiso terrestre. Questa voce seduttrice era quella di Lucifero, un angelo buono creato da Dio e poi ribellatosi per orgoglio e diventato capo dei diavoli e re dell’inferno. Lucifero verrà poi storicamente identificato con nomi e attributi diversi:

-Lucifero: ovvero “portatore di luce”, perché in origine era al culmine di tutte le gerarchie angeliche e serviva al trono dell’Altissimo;

-Serpente: la più astuta di tutte le bestie selvatiche (Genesi 3,1);

-Menzognero e padre della menzogna (Giovanni 8,44);

-Impero delle tenebre (Luca 22,53);

-Maligno (I Giovanni 5,18 e 19);

-Seduttore (Apocalisse 12,9);

-Leone: “siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro in cerca di chi divorare” (I Pietro 5, 8);

-Avvoltoio (Giobbe 15,23);

-Bestia (Apocalisse 13,16);

-Omicida, perché ha inserito la morte nel creato (Giovanni 8,44);

-Demonio: ovvero spirito intelligente, genio, dotto veggente;

-Diavolo: ovvero calunniatore;

-Satana: ovvero il nemico, l’avversario.

Una definizione che sintetizza i diversi aspetti dell’attività di Lucifero è quella proposta da Sant’Agostino: “Che cosa vi può essere di più perverso e malefico di questo grande nemico? Egli ha portato la guerra persino in cielo, la frode nel paradiso terrestre, l’odio tra i primi fratelli e in tutte le opere nostre ha seminato la zizzania. Vedete: nel mangiare ha messo la gola; nella generazione, la lussuria; nel lavoro, la pigrizia; nelle ricchezze, l’avarizia; nell’affetto, la gelosia; nell’autorità, l’orgoglio; nel cuore, i cattivi desideri; sulle labbra, la bugia e in ogni nostro membro operazioni colpevoli. Per dir ogni cosa in una parola: tutti i peccati del mondo sono effetto della sua perversità”.

Lucifero è raffigurato con tre teste a Tuscania e in un gran numero di rappresentazioni infernali. L’unico corpo e le tra facce sono infatti, con una facile simbologia, l’immagine capovolta dell’uno e trino della trinità divina (il padre, il figlio e lo spirito santo).

Nella celebre descrizione che Dante Alighieri fa di Lucifero nel capitolo XXXIV dell’Inferno la simbologia delle tre facce si associa a quella dei colori: il giallo, il nero e il rosso.

Oh quanto parve a me gran maraviglia / quand’io vidi tre facce a la sua testa! / L’una dinanzi, e quella era vermiglia; / l’altr’eran due, che s’aggiugnieno a questa / sovresso il mezzo di ciascuna spalla / e se giugnieno al luogo de la cresta: / e la destra parea tra bianca e gialla; / la sinistra a vedere era tal, quali / vegnon di là onde’l Nilo s’avvalla”.

Secondo gli antichi commentatori anche i colori delle facce di Lucifero sono in contrapposizione con la divinità. Gli attributi di Dio sono – secondo Dante – la divina potestate, la somma sapienza e il primo amore (“Giustizia mosse il mio alto fattore; fecemi la divina potestate, la somma sapienza e ‘l primo amore” – Inferno III, 5-6). Nella Trinità divina la potestà è attributo del padre, la sapienza del Figlio e l’amore dello Spirito santo. In opposizione, gli attributi di Lucifero sono l’impotenza (faccia gialla), l’ignoranza (faccia nera) e l’odio (faccia vermiglia).

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