Le tappe dell’itinerario

L’itinerario


La visita di Alberobello è molto godibile e non ha un itinerario prefissato. La città ha dimensioni contenute e va girata a piedi, mettendo in conto qualche inevitabile saliscendi che può rivelarsi faticoso nelle giornate più calde e di maggiore affollamento turistico.

Il nostro suggerimento è di iniziare dal bel Museo del territorio, che fa eccellente introduzione alla storia della città e alla natura dei trulli. Dalla centrale Piazza Martellotta si risale la via Brigata Regina, curiosando tra i trulli del Rione Aia Piccola e affacciandosi dalla Villa comunale sul panorama dei trulli del Rione Monti. Più avanti il Museo occupa il gruppo di trulli di Casa Pezzolla, che s’incunea tra le piazze XXVII Maggio e Mario Pagano, a fianco della Casa Lippolis.  Il nuovo allestimento del Museo documenta con plastici, video, pannelli e foto la storia di Alberobello, la tecnica costruttiva del trullo, l’uso della pietra a secco, i pinnacoli decorativi, le modalità del restauro e gli strumenti di lavoro del trullaro; scorrono anche le immagini e gli attrezzi degli antichi mestieri: la lavorazione della pietra, del rame e della terracotta, la tessitura, il ciabattino, il contadino e i diversi lavori agricoli, l’impagliatore, il fabbro; si visita infine l’arredamento interno di un tipico trullo. Pochi passi portano in Piazza Gian Girolamo, dove sorge la chiesetta del Sacramento affiancata da una terrazza-belvedere sul rione Monti, e poi in Piazza del Popolo e in Piazza Ferdinando IV dov’è Casa D’Amore, il primo esempio della transizione dalla case a trullo alle abitazioni ottocentesche. Si percorre ora il Corso Vittorio Emanuele per raggiungere la Basilica dei Santi Medici Cosma e Damiano, al centro di una nuova area di trulli. Alle spalle della chiesa, in Piazza del Sacramento, si trova il Trullo Sovrano: giustamente famoso per la sua struttura a due piani, può essere considerato come un capolavoro della tecnica e dello stile della pietra a secco; le stanze, il giardino e l’appartamento superiore sono musealizzati e mostrano gli arredi tipici delle case del tempo.

Si retrocede fino a Largo Martellotta per affrontare ora la visita del Rione Monti, nella zona meridionale della città. Il Rione Monti è il più visitato e celebrato: conta mille trulli e tremila abitanti. Viali diritti ma più spesso scoscesi e tortuosi penetrano nel pittoresco insediamento e conducono i turisti ad ammirare trulli singoli e pluricellulari, isolati o addensati in un groviglio di cupole tra giardini e muretti di confine. Il contrasto tra il colore bianco delle basi abitative e il grigio delle chiancarelle che coprono i tetti, i comignoli, i pinnacoli sul picco dei coni, le scritte e i simboli religiosi tracciati con latte di calce sui tetti, aggiungono motivi di interesse. La visita degli interni consente di studiare la struttura residenziale del trullo con la sala centrale affiancata dagli archi d’accesso agli spazi destinati alla cucina e al focolare, all’alcova, al deposito delle derrate, spesso aperta sul giardino e altri spazi comuni. Particolarmente pubblicizzati sono il trullo siamese a doppia cupola e la chiesa di Sant’Antonio, di recente costruzione ma che ripete le tipologie tradizionali del costruito di zona.  La vocazione commerciale del quartiere e la diffusione davvero eccessiva di negozi per turisti, disturbano la visita ma costituiscono un’attrazione irresistibile e una risorsa economica per la città.

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Itinerari

I Trulli di Alberobello

La Murgia dei Trulli, in Puglia, è il solo luogo in Italia dove la capanna in pietra a secco con copertura a tholos non è rimasta semplicemente un ricovero temporaneo ma è diventata una vera abitazione, utilizzata ancora oggi in modo permanente. E nella Murgia pugliese, che è già un caso unico e straordinario, la città di Alberobello si qualifica come l’unico borgo europeo che sia stato costruito almeno sino alla fine del Settecento adoperando esclusivamente la tecnica della pietra a secco. Non stupisce dunque che Alberobello sia stata iscritta dal 1996 nella prestigiosa lista del Patrimonio Mondiale Unesco. La motivazione è che «i Trulli sono un esempio architettonico di valore universale in quanto costituiscono una testimonianza unica o quantomeno eccezionale di una civiltà scomparsa. Offrono un esempio eminente di un tipo di costruzione o di complesso architettonico illustrante un periodo significativo della storia umana. Costituiscono un esempio eminente di insediamento umano e di occupazione del territorio tradizionale, rappresentativi di una cultura, soprattutto quando esso diviene vulnerabile per effetto di mutazioni irreversibili». La tipica capanna circolare della tradizione italiana evolve nella Murgia verso una forma a base quadrata. Questa evoluzione pone le premesse per la successiva modularità degli ambienti standardizzati. I costruttori imparano ad assemblare progressivamente le unità abitative semplici, in una sorta di Lego a incastro, creando trulli sempre più complessi. Il semplice rifugio evolve così verso l’abitazione a più stanze, verso la masseria a destinazione mista di abitazione e stalla, verso il villaggio plurifamiliare, fino alla forma della città di cui Alberobello è modello universale.

L’Italia della pietra a secco

Passeggiate tra i monumenti dell’architettura spontanea

Per approfondire

La bibliografia su Alberobello è ricca di suggestioni e segue una diversità di approcci, da quello architettonico allo storico, dall’antropologico all’economico-sociale. Una selezione di testi recenti è disponibile agli indirizzi web www.trullinet.com/libri/www.itrullidialberobello.it/cultura/. Un’ampia ricognizione del fenomeno dei trulli pugliesi nel quadro italiano si trova nella ricerca di Marco Miosi Tholoi d’Italia (Pagina, Bari, 2012, 304 p.).

Nel web si segnalano

www.comune.alberobello.ba.it/ sito istituzionale del Comune e www.alberobellocultura.it, promosso dall’Assessorato alla Cultura.