Le tappe dell’itinerario

Itinerario


La via più semplice e rapida per visitare la Masseria Melodia si trova al km 43,4 della strada provinciale 230 (ex statale 97), tra Minervino Murge e Gravina in Puglia, nei pressi del cartello di confine tra le province di Bari e Barletta-Andria-Trani. Una strada sterrata, sconnessa e polverosa, conduce in 1,5 km al cancello d’accesso. In alternativa, una strada più comoda, lunga circa 4 km, parte dalla stazione di Poggiorsini.

Si visita la masseria chiedendo ovviamente il permesso al pastore, se presente, senza disturbare gli animali. L’edificio centrale a due piani, fortificato con una garitta angolare, serviva da residenza al massaro e alla sua famiglia. Accanto alle abitazioni sorge una caratteristica cappella con il campanile a vela, utilizzata per il servizio religioso del massaro, dei contadini e dei pastori. Si notano inoltre le stalle e gli opifici per la lavorazione del latte e dei prodotti agricoli; come pure i depositi per gli attrezzi agricoli e i magazzini per la conservazione del grano e della paglia, legame con la cerealicoltura. Accanto alle vecchie strutture sono in fase di costruzione nuovi ambienti coperti affiancati. Particolare attenzione meritano le strutture per la gestione dell’acqua. La cisterna interna e quella esterna alla masseria state costruite per far fronte alla carenza di acqua superficiale e garantirsi l’approvvigionamento idrico, sia per uso personale sia agricolo. Le cisterne sono fosse sotterranee foderate di pietre e costruite lungo il fondo lama dove l’acqua convoglia naturalmente. Un’apertura laterale permette il passaggio dell’acqua che si accumula prima in una vasca di decantazione, sul cui fondo si depositano terra, detriti, foglie, e poi passa nella cisterna. Sul tetto spiovente in pietra è aperto un pozzo dal quale l’acqua può essere prelevata con funi e secchi. Il vicino canale artificiale in cemento è stato costruito da un consorzio di bonifica per la sistemazione idraulica del bacino di Capodacqua e destinato a scopi irrigui ma è rimasto del tutto inutilizzato.

Dietro la masseria, sul declivio del colle, sono ancora visibili gli jazzi all’aperto, costruiti per il ricovero notturno  delle greggi. Sono divisi in scomparti per tenere separate le diverse tipologie ovine e sono dotati di lastre sporgenti sui muri esterni con funzione di barriere anti intrusione. Sono costruiti in pendenza per favorire lo spurgo delle deiezioni e la pulizia dei giacigli. Alla base degli jazzi resistono gli ambienti dove i casari provvedevano alla lavorazione del latte e alla produzione del formaggio.


Saliamo ora alla Rocca del Garagnone, seguendo il sentiero nel solco della lama che separa i due mammelloni rocciosi soprastanti. Un ripido evidente sentierino sale sulla cresta alle spalle della Rocca e conduce in breve tra i resti del castello. Restano visibili solo alcuni ambienti sotterranei e tratti di mura che si mimetizzano con i banchi rocciosi. Più interessante è il panorama che si gode dalla vetta. Vista dall’alto la Masseria Melodia svela le geometrie che la governano, insieme con gli stazzi e il mungituro retrostanti. Il paesaggio è caratterizzato dalle ripide scarpate e dalle lame che scendono dall’altopiano delle Murge verso l’area pianeggiante sottostante, la Fossa bradanica con lo sterminato patchwork dei suoi appezzamenti coltivati. All’orizzonte si stagliano il profilo del Monte Vulture e la linea di cresta delle montagne dell’Appennino lucano. Scesi nella lama si può risalire brevemente il cocuzzolo di fronte per curiosare nella grande grotta, per poi tornare all’auto. In tutto avremo impiegato circa un’ora.

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Itinerari

La Rocca del Garagnone e la Masseria Melodia

La Rocca del Garagnone è un magnifico osservatorio sul versante occidentale dell’alta Murgia e sul paesaggio della Fossa Bradanica. Il secolare passaggio delle greggi sullo storico Tratturo Regio che collegava Melfi a Castellaneta, alternando la transumanza “vernotica” (invernale) a quella “statonica” (estiva), ha provocato la rarefazione del bosco e la diffusione dei pascoli, disegnando il tipico paesaggio della Murgia, una steppa arida fatta di cespugli di arbusti e bassa vegetazione. A questo paesaggio secco, ondulato e solcato dalle lame,sorvolato dai falchi grillai,  fa contrasto la pianura della Fossa, più fresca e adatta alle coltivazioni estensive. Ma è soprattutto il paesaggio della pietra a colpire l’osservatore. Nella nostra breve passeggiata i protagonisti sono gli spuntoni di calcare, le rocce affioranti, le colline spoglie, i muretti di pietra a secco, gli stazzi, le masserie, le cisterne. E tutto questo mondo di pietra è spiato da un vecchio castello diroccato, la vedetta dell’alta Murgia.

L’Italia della pietra a secco

Passeggiate tra i monumenti dell’architettura spontanea

Per approfondire

Al Garagnone è dedicata una specifica guida di educazione ambientale del Parco nazionale dell’Alta Murgia, disponibile nella sezione Pubblicazioni del sito www.parcoaltamurgia.gov.it/. Una Guida agli Itinerari escursionistici nel Parco, curata da Gianni Pofi, è pubblicata dall’editrice Adda di Bari. In rete sono disponibili due studi sulla Rocca del Garagnone a cura di Tonio Brusa (http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bat/garagnone.htm) e Maurizio Triggiani (https://mat1968.files.wordpress.com/2010/12/il-castello-del-garagnone.pdf).