Itinerario nella provincia di Rieti
Dies Irae in Sabina
Le tappe dell’itinerario
Rieti: il Giudizio universale di Bartolomeo e Lorenzo Torresani
Rieti, capoluogo della provincia, è una città gradevole. L’impianto urbano all’interno delle mura favorisce la visita dei turisti. E anche la sua collocazione geografica nella Valle santa, sulle rive del fiume, circondata da una corona di monti tra i quali spicca il vicino Terminillo, è un fattore di attrazione. L’obiettivo della nostra visita è l’Oratorio di san Pietro, affrescato tra il 1552 ed il 1554 dai pittori veronesi Bartolomeo e Lorenzo Torresani, su richiesta della Confraternita dei mercanti, intitolata a San Pietro martire. Armatevi però di pazienza. L’Oratorio è attualmente inglobato in una Caserma dell’Esercito. E vanno quindi richiesti permessi e appuntamenti. Ma la visita è remunerativa. L’affresco del Giudizio universale ha grandi dimensioni e si snoda lungo tre pareti dell'Oratorio, raggiungendo la volta a crociera. Riconoscerete numerose citazioni di Signorelli e Michelangelo e riferimenti ai dipinti della Cappella di San Brizio di Orvieto e della Cappella Sistina di Roma. Nella volta in alto è visibile il Giudice in un luminoso campo d’oro, seduto sull’arcobaleno della nuova alleanza. L’impostazione delle braccia è una citazione del Cristo della Sistina. Il Giudice è circondato dai cori degli angeli e dalle schiere dei santi. Innanzi a lui quattro angeli esibiscono i simboli della Passione.
La parete di fondo è occupata dalla scena centrale del Giudizio. Gli angeli suonano le trombe e chiamano i morti alla resurrezione universale. Un angelo apre il libro del giudizio che contiene la sentenza di condanna “andate, maledetti, nel fuoco eterno”. Le schiere dei dannati si accalcano sulla riva dell’Acheronte, il fiume infernale. Caronte provvede a traghettare con la sua barca i reprobi verso la città di Dite. Un diavolo con la frusta e altri demoni psicopompi accelerano le operazioni di sbarco, insensibili alle strazianti scene di disperazione. La visione infernale continua nella parete a fianco con l’immane carnaio dei puniti. Gli angeli guerrieri, con corazza e spada, fanno precipitare i dannati nella caverna di Lucifero. I reprobi sono adeguatamente accolti da demoni torturatori e da serpenti velenosi di tutti i tipi. Di fronte è descritta la scena della resurrezione dei corpi. I beati sono ritratti in preghiera o in estasi. Ricevono dagli angeli la corona della gloria e, al suono celestiale dell’orchestra angelica, si avviano verso il Cielo. La loro ascesa è aiutata dagli angeli e dai santi. Il Paradiso è separato dalla terra da una sottile linea di nubi. Al di sopra sono ritratti i santi dell’ordine domenicano e gli altri protettori della città, impegnati a salvare le anime dei fedeli che si affidano alla loro protezione.
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