Itinerario nella città vaticana, a Roma e nella sua provincia
In barca sul Tevere con Caronte
Le tappe dell’itinerario
Uno sguardo moderno sull’aldilà: il “giorno del Signore” nelle chiese del Portuense
Dopo il tour in provincia torniamo a Roma alla ricerca di sguardi più moderni sull’aldilà. Vogliamo vedere come la sensibilità degli artisti contemporanei ha trattato i Novissimi. La moderna chiesa parrocchiale di Santa Silvia, dedicata alla mamma di San Gregorio Magno, è stata costruita ai piedi del colle del Forte Portuense, in un quartiere popoloso e trafficato. La grande parete d’accesso è segnata da una bella e slanciata vetrata opera di suor Maria Agar Loche, delle Pie discepole del Divin Maestro. Il tema è quello del giudizio finale, fedele lettura del capitolo 25 del vangelo di Matteo. Le cinque vergini prudenti sollevano sulle mani le loro lucerne accese in direzione dello Sposo. Fanno da contrappunto le opere della carità, sulle quali, ci ricorda Matteo, saremo giudicati: una donna offre un bicchiere d’acqua e un cesto di pani ad un bisognoso; un moderno pellegrino con la valigia viene accolto ospitalmente; un uomo accovacciato e tremante di freddo viene coperto da un caldo mantello; il malato a letto riceve una visita; un uomo si reca da un carcerato rinchiuso dietro le sbarre. In basso, in uno spazio più scuro dove la falce di luna ricorda l’arrivo notturno dello sposo, le cinque vergini stolte, con le loro tristi lucerne vuote, manifestano tutta la loro desolazione di fronte alla porta chiusa che le esclude dalla gioia della festa celeste. Gesù, lo sposo della parabola, siede in alto su un trono, sotto la mano paterna del Padre, dentro la mandorla e sullo sfondo della croce. La mano destra benedice con le tre dita. Sul libro nella mano sinistra è scritta la frase “io sono la luce del mondo”, che è anche la chiave interpretativa della vetrata.
Poco lontano, sulla via Portuense, troviamo la chiesa di Gesù Maestro, costruita anch’essa nel periodo del grande sviluppo edilizio del quartiere. La chiesa è decorata da venti vetrate realizzate tra il 1966 e il 1970 da Cesarina Giordani. Secondo il suggerimento di Don Giacomo Alberione, padre della famiglia paolina, esse illustrano tutta la storia della salvezza dell’umanità. Non ci sono però figure e scene illustrate. Le immagini sono astratte e simboliche e valorizzano le capacità coloristiche dell’artista e i giochi di luce delle diverse ore del giorno. Le ultime vetrate sono dedicate alla visione dell’aldilà: il tunnel della morte, l’esplosione della fine del mondo e del giudizio, la Gerusalemme celeste, la “candida rosa” del paradiso dantesco e il lume della gloria, la visione del Dio trinitario.
Due donne, due artisti nostre contemporanee, dimostrano di saper reinterpretare con originalità e con fedeltà al testo biblico un tema che sembrava ormai esaurito e incapace di suggestionare gli uomini d’oggi.
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