Itinerario nella città vaticana, a Roma e nella sua provincia
In barca sul Tevere con Caronte
Le tappe dell’itinerario
Il giudizio finale del Cavallini
La basilica di santa Cecilia è una bella oasi di serenità tra i vicoli affumicati e intasati di auto del quartiere romano di Trastevere. Visitata la basilica, i suoi affreschi e il ciborio di Arnolfo di Cambio, guidati dalle suore benedettine, si traversa il convento e ci si reca nel coro. Qui da un palco si può ammirare, a portata di mano, il giudizio universale del Cavallini. Di questo bellissimo giudizio è rimasta solo la zona superiore. La parte inferiore dell’affresco è andata infatti distrutta a seguito della costruzione del coro delle suore di clausura. Pietro Cavallini lo dipinse probabilmente nel 1293 su commissione del cardinale titolare della basilica. Al centro è il Cristo seduto sul trono, dal viso sereno, giudice senza animosità o passioni violente. Vestito di tunica e mantello, con la barba e il nimbo, mostra le piaghe della crocifissione e apre la mano destra verso il basso, dove erano raffigurati i beati, in segno di accoglienza. Intorno alla mandorla sono gli angeli dei diversi cori, dalle splendide ali colorate. Si riconoscono gli angeli, gli arcangeli, i cherubini, vestiti di tuniche perlacee e fasciati da palli verdi intessuti di gemme, e i serafini che mostrano i volti che emergono dal viluppo delle ali multicolori. Gli angeli degli altri cori sono scomparsi. Maria e Giovanni il Battista sono raffigurati ai due lati del giudice, in piedi, con le mani giunte nel segno della preghiera. Seguono poi, sei per lato, i dodici apostoli identificabili dai nomi sulla predella del troni e dagli oggetti che recano in mano.
Sotto la mandorla compare un altare con la croce e gli strumenti della passione (i chiodi, la lancia, la spugna imbevuta d’aceto), circondato dalle figurine dei martiri innocenti. Quattro angeli annunciano il giudizio col suono delle loro lunghe trombe. I beati sono divisi in gruppi guidati verso il giudice da angeli psicopompi. Per primi sono raffigurati i diaconi martiri Stefano e Lorenzo. Il secondo gruppo è formato dai venerandi patriarchi biblici. Il terzo gruppo comprende i religiosi e i fondatori degli ordini: Gregorio, Agostino, Benedetto, Domenico. Il quarto gruppo è quello dei santi, preceduti da Cecilia. A destra tre angeli, prima con la semplice forza delle braccia e poi con la violenza via via crescente della forza espressa dalla militarizzazione dell’abbigliamento e dall’uso delle armi, spingono i dannati verso l’inferno. All’estrema destra il paesaggio infernale si intuisce dal particolare di una zona rocciosa e dalla presenza di un pozzo fiammeggiante.
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