Itinerario nella città vaticana, a Roma e nella sua provincia

In barca sul Tevere con Caronte

Le tappe dell’itinerario

Il giudizio finale di Nicolò e Giovanni nella Pinacoteca Vaticana


Dalla Cappella Sistina ci trasferiamo nelle stanze della Pinacoteca vaticana. Troviamo qui un’antica e originale immagine del giudizio finale che Giovanni e Nicolò hanno dipinto nella seconda metà del dodicesimo secolo. La tavola ha una forma insolita (rotonda con una base rettangolare) e proviene da un monastero di suore benedettine a Roma. La rappresentazione del Giudizio finale si svolge su cinque fasce sovrapposte, ciascuna munita di una scritta esplicativa in latino.

Nella prima fascia appare Cristo signore del creato, seduto su un arcobaleno in una mandorla circolare, riverito dagli angeli. Nella seconda fascia siede il tribunale celeste degli apostoli. Sull’altare sono collocati gli strumenti della passione. Gesù rivela le sue piaghe.  Due angeli mostrano la sentenza di premio (“venite benedicti patris mei, percipite regnum”) e di condanna (“discedite a me maledicti in igne aeternum”). La terza fascia mostra il corteo degli eletti e le ragioni dei loro meriti: le opere di carità compiute in vita, secondo la lezione di Matteo. A sinistra il gruppo degli eletti è guidato dalla Vergine, dal buon ladrone e da San Paolo. Al centro Santo Stefano il protomartire intercede per il gruppo dei Santi innocenti (un cartello chiede giustizia per il sangue innocente versato, secondo  la visione dell’Apocalisse); a destra sono visibili quattro delle opere di misericordia (dar da mangiare e da bere ai poveri, visitare i carcerati, vestire gli ignudi). La quarta fascia descrive la resurrezione dei morti. V’é un’originale sintesi di motivi occidentali e bizantini. Le due donne con le animulae in mano, che cavalcano un toro e un cavallo marino, personificano la terra e il mare che restituiscono i corpi dei morti. A sinistra i pesci, i serpenti, le bestie feroci e gli uccelli rapaci sputano le membra dei corpi divorati. A destra due angeli svegliano i morti nelle tombe col fragore delle trombe apocalittiche. Nella base della tavola, infine, troviamo l'inferno e la Gerusalemme celeste con la Vergine orante tra gli eletti. Davanti alle mura sono ritratte le donatrici: la badessa Costanza e la monaca Benedetta. L’inferno è un lago di fuoco dominato da un grande serpente: gli angeli vi conducono i dannati in catene. I peccatori sono identificati da scritte: periuros, homicidas, mulier qui in ecclesia locuta est, meretrici.

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