Itinerario nella provincia di Frosinone

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Le tappe dell’itinerario

L’affresco del giudizio finale di Settefrati


Una qualche remota eco della visione di Alberico è rimasta a Settefrati. Occorre recarsi nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. E’ lì che si può ammirare un grande affresco con la scena del Giudizio universale. La mano è quella di Marco Mazzaroppi da San Germano. L’epoca è la fine del Cinquecento. Le offese del tempo hanno guastato la parte bassa dell’affresco. Ma gli angeli del Giudizio spuntano ancora con le loro lunghe trombe dall’occhio della parete di fondo e danno la sveglia ai morti chiamandoli alla resurrezione. Uno di questi angeli sembra rendersi conto dello spaesamento dei risorgenti, che immaginiamo abbagliati dalla luce dopo il lungo sonno nell’oscurità sotterranea, storditi dai decibel dell’orchestra celeste, ancora incerti  sulle loro nuove gambe o già flottanti nell’aria celestiale. E allora quest’angelo imperiosamente indica con il dito la direzione giusta verso la quale guardare: su, in alto, dove il Giudice appare tra le nubi a pronunciare il verdetto di salvezza e di dannazione.

In cielo flottano cinque addensati nuvolosi. Sul primo trionfa il Cristo giudice, affiancato dalla madre Maria e da Giovanni Battista. Sulle altre nuvole fanno capolino gli angeli, che mostrano gli strumenti della passione di Gesù, e tutta la corte celeste.

Nella parte centrale dell’affresco due lunghe teorie di beati procedono in corteo verso il Paradiso. Non vi sono sorprese. Ai primi posti sono i papi, con la croce astile e il triregno (il copricapo costituito da tre corone sovrapposte); seguono i cardinali, avvolti nei loro mantelli rosso porpora e con la tipica berretta; quindi i vescovi con la tiara, i preti con la cotta, i religiosi e le altre categorie del popolo di Dio, donne comprese. L’ordine gerarchico della chiesa terrestre è rigorosamente riprodotto nella comunità celeste.

La parte bassa dell’affresco mostra le numerose ferite dovute alla caduta dell’intonaco. Qui e là, tra le pitture svanite o sbiadite emergono i fantasmi dei dannati traghettati sulla barca di Caronte verso l’inferno simbolizzato da  un Lucifero con le ali di pipistrello.

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