Itinerario nella provincia di Frosinone
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San Vittore nel Lazio: il giudizio finale nella chiesa di San Nicola
Raggiungiamo l’estremità meridionale della provincia di Frosinone. Siamo al confine di tre regioni, il Lazio, la Campania e il Molise. Sono ancora ben visibili le ferite della seconda guerra mondiale. Qui i tedeschi avevano attrezzato la linea di difesa Gustav e resistettero per mesi all’avanzata alleata. Le battaglie campali, il bombardamento dell’abbazia di Montecassino, la distruzione dei paesi e le sofferenze della popolazione civile sono ancora ricordate da sacrari militari, dai “parchi della memoria”, dai numerosi cimiteri di guerra, dai monumenti alle vittime. Una visita meritano il sacrario di Collelungo, il parco della memoria di San Pietro Infine, il museo dell’abbazia, le fortificazioni tedesche di monte Cifalco.
Il nostro obiettivo è San Vittore nel Lazio. Questo paese deve almeno una parte della sua notorietà all’Autostrada del Sole e al casello d’uscita col suo nome, snodo per i collegamenti tra Roma e il Molise. Ma un’altra parte della notorietà di san Vittore è legata alla chiesa dedicata a San Nicola e agli affreschi che essa conserva. Il Giudizio universale, d’epoca trecentesca, ha una doppia collocazione, sulla parete destra della navata centrale e nella navata di destra. Della prima immagine si conserva parte dell’apparizione del giudice nella mandorla e il gruppo di apostoli assiso alla sua sinistra. La seconda scena è divisa in otto riquadri. E’ ben visibile, nel terzo riquadro in alto, la figura di Cristo, giudice benedicente tra due angeli. Attorno a lui, il pittore ha inserito alcune scene di vita concreta. La prima è una scena domestica con l’offerta di un piatto di cibo all’ospite. Nella seconda il padrone di casa offre una brocca d’acqua ad un pellegrino affaticato. Nel terzo riquadro il buon cristiano offre degli abiti ad un miserabile sulla strada. Nel quarto riquadro un pellegrino in abito da viaggio viene accolto e invitato ad entrare in casa. Con le scene che seguono (la visita al malato, la visita al carcerato e la sepoltura del morto) si completa l’intera serie delle “opere di misericordia corporale”. Questo modo di rappresentare il giudizio finale è molto originale e non è certo abituale nelle nostre chiese. Ma il Cristo benedicente e le opere di carità affrescate nella chiesa di San Nicola sono la fedelissima trasposizione in pittura delle modalità con cui avverrà il giudizio finale descritte nei vangeli. La fonte utilizzata dal pittore è proprio il capitolo 25 del vangelo di Matteo, la descrizione più classica del giudizio.
“Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti (…). Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me”.
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