Itinerario nella provincia di Torino
Torino. Il Giudizio finale di Spranger ispirato al Beato Angelico
Le tappe dell’itinerario
Aggirandosi tra le sale della Galleria Sabauda di Palazzo Reale a Torino si scopre un Giudizio universale dal quale si resta colpiti perchè richiama un’immagine assai familiare. L’associazione con la danza dei beati nel giardino del Paradiso, e con il suo autore, il Beato Angelico, è facile e immediata. L’autore del dipinto conservato a Torino è però Bartholomæus Spranger, nato ad Anversa nel 1546 e morto a Praga nel 1611; il pittore fiammingo lavorò molti anni in Italia e realizzò questa copia del Giudizio universale di Beato Angelico per il papa Pio V negli anni 1570-71.
Il Cristo giudice appare in Cielo seduto sulle nubi all’interno di una mandorla luminosa. Egli pronuncia il giudizio chiamando a sé i beati e respingendo i dannati con la gestualità delle mani. Alle sue spalle sono schierati i cori degli angeli in preghiera. Altri angeli fanno corona ai santi ed esibiscono le trombe del giudizio e gli strumenti della passione (la croce con i chiodi e la corona di spine, la colonna della flagellazione). Sulle tribune di nuvole ai due lati di Gesù siede la corte celeste, formata dalla Madonna, gli apostoli, i patriarchi (si riconosce Mosè con i corni di luce e le tavole del decalogo), i profeti, i confessori (i fondatori degli ordini Benedetto, Domenico e Francesco), i dottori della Chiesa (papa Gregorio Magno, San Tommaso).
Scendendo sulla terra si osservano due panorami tra loro assolutamente contrapposti e separati da una stretta fila di tombe ad avello. A sinistra c’è la visione serena del Paradiso. A destra si mostra il cupo spaccato dell’Inferno. Il Paradiso di Spranger (e del Beato Angelico) è descritto nella forma del Paradiso terrestre, il giardino dell’Eden ricco di boschetti e di cespugli fioriti, sullo sfondo dei colli e di una lontana cattedrale. I risorti che hanno ricevuto dal Cristo giudice la benedizione della salvezza, ringraziano il Signore e ricevono l’abbraccio accogliente degli angeli. Tra di essi si riconosce il papa Pio V. I beati si prendono per mano alternandosi agli angeli e si avviano verso il cielo formando un leggiadro corteo e intrecciando una mistica danza. I religiosi e in particolare i domenicani risultano la netta maggioranza dei salvati.
A destra la visione cambia decisamente aspetto. Alla serenità della beatitudine si sostituisce la cupa disperazione della condanna, la caccia infernale ai dannati, la carica selvaggia verso la porta dell’Inferno, la teratologia dei diavoli, la promiscuità di uomini e donne, laici e religiosi, nobili e popolani. C’è chi piange e chi si morde le mani. La grande caverna dell’Inferno si presenta al buio, illuminata solo dal riverbero delle fiamme e divisa nei loca poenarum dove sono puniti i vizi capitali.
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