Le tappe dell’itinerario

L’itinerario


Frattura è una frazione di Scanno costruita a circa 1260 metri di quota. É raggiunta da una strada provinciale di 5,5 km che si dirama dal fondovalle nel tratto tra Scanno e il lago. La visita del paese dà conto dell’urbanistica dei centri costruiti dopo il terremoto: le case asismiche sono costruite in file regolari, digradanti lungo il pendio del monte, collegate da una strada che sale a tornanti e da scalinate trasversali. Subito dopo il paese, la strada (chiusa al traffico ordinario) diventa sterrata, scavalca la cresta del monte Genzana e scende nel Piano delle Cinque Miglia all’altezza della Madonna del Casale. L’itinerario suggerito è una tranquilla passeggiata panoramica che in mezz’ora collega il paese nuovo alle rovine del borgo vecchio. La durata complessiva dell’escursione è contenuta pertanto in un’ora e mezza. Lasciata l’auto all’ingresso di Frattura Nuova, s’imbocca la strada segnalata che si dirige a nord verso il borgo vecchio. Raggiunta una vicina croce di ferro l’intero itinerario diventa ben visibile e comprensibile. La strada si abbassa con un doppio tornante e transita alla base dell’impressionante ‘frattura’ della frana primordiale che si staccò dal monte Rava e precipitò sul fiume Tasso dando origine al lago di Scanno. Superati il cimitero, gli impianti sportivi e alcuni orti, la strada diventa sterrata e risale verso i ruderi del borgo aggirando il cono del colle. Magnifico panorama sui laghi e su tutta la valle del Sagittario; al di là si alza la lunga costiera dei monti del Parco nazionale d’Abruzzo. Il borgo è introdotto da un ampio piazzale, presidiato da una croce stazionaria, dalla chiesetta di San Nicola, da una fontanina e dai primi edifici diroccati. Gli edifici ridotti a mozziconi spettrali di muri alzati verso il cielo si alternano a costruzioni che all’esterno sembrano dignitosamente conservate ma che sono completamente collassate all’interno. Gli interni delle case, le stanze, i camini, gli archi e i pavimenti sono oscenamente profanati da profonde fenditure dei muri esterni. Altre casette mostrano i segni del recupero e del restauro. Piccoli orti e stalle recintate testimoniano il legame dei vecchi abitanti con il loro borgo d’origine. Una magnifica fontana monumentale ottocentesca ci ricorda che il paese è dotato di acqua e luce e che è frequentato per scampagnate e ricorrenze religiose. Di qui parte anche una traversata, apprezzata dagli escursionisti, che sale al valico della cappella dell’Immacolata, tra i monti Rufigno e della Rovere, e scende poi verso Castrovalva e Anversa degli Abruzzi, nella Riserva naturale regionale “Gole del Sagittario”.

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Itinerari

Terremoto della Marsica. Il Borgo vecchio di Frattura di Scanno

Il terremoto del 1915 nella Marsica raggiunse l’apice dell’undicesimo grado della scala Mercalli e fu avvertito in settecento località diverse. L’epicentro fu essenzialmente la conca del Fucino ma conseguenze localmente rovinose si produssero anche nelle valli vicine. Un esempio ne è la valle di Scanno. Questa valle è solcata dal fiume Tasso, che scende dal passo di Godi e alimenta il lago di Scanno; uscendo dal lago, il fiume prende il nome di Sagittario, si raccoglie nel bacino artificiale di Villalago, percorre le celebri gole, riceve le acque delle sorgenti di Anversa, traversa la conca Peligna e affluisce nell’Aterno-Pescara. La valle è osservata dall’alto dal paese di Frattura, una frazione di Scanno, appollaiata come un’aquila su uno spalto del gruppo di monte Genzana. Il nome Frattura richiama un altro sconvolgimento naturale, quello dell’immane frana che rovinò a valle e ostruì il corso del fiume Tasso, originando però il lago di Scanno, oggi attrazione turistica della valle. Il terremoto del 1915 uccise 162 persone, circa la metà dei residenti, e distrusse gran parte delle case di pietra. I superstiti furono accolti in un villaggio provvisorio di baracche di legno, in attesa delle case del borgo nuovo, inaugurate vent’anni dopo il sisma. La guerra, le malattie, l’emigrazione (Australia, Venezuela, centro Europa) svuotarono progressivamente anche Frattura Nuova. Una stentata economia, fatta di agricoltura di sussistenza e piccolo allevamento, allontanò dal paese soprattutto i giovani e gli uomini. Visitare oggi il borgo vecchio e quello nuovo di Frattura significa leggere un secolo di storia sociale dell’Italia montana. Nella speranza di un miracolo turistico che riporti la vita tra le rovine.

L’Italia della pietra a secco

Passeggiate tra i monumenti dell’architettura spontanea

Per approfondire

Per l’orientamento è utile consultare la Carta turistico - escursionistica del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in scala 1:50.000, e la Carta dei sentieri “Monte Genzana - Monte Rotella” della sezione di Sulmona del Cai, in scala 1:25.000. Un ottimo documentario sugli esiti del terremoto del 1915 a Frattura è stato realizzato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ed è visibile al link: https://ingvterremoti.wordpress.com/2015/03/16/le-radici-spezzate-marsica-1915-2015/. I dintorni propongono la visita della Riserva Monte Genzana-Alto Gizio, della Riserva Gole del Sagittario e del Parco letterario di Anversa, legato alle pagine dannunziane de “La fiaccola sotto il moggio”. Una buona introduzione a Scanno e ai suoi dintorni è offerta dal portale turistico www.scanno.org/. Le forme locali di vita sociale del passato sono documentate nel Museo etnografico di Frattura e nel Museo della lana di Scanno.

La ricognizione del percorso è stata effettuata il 31 maggio 2015