Le tappe dell’itinerario
L’itinerario
L’itinerario è qui proposto in forma di traversata da Passo Lanciano a Roccamorice. È consigliabile percorrerlo in discesa per limitare la fatica e agevolare - grazie a tempi più generosi - l’esplorazione delle capanne a tholos. Idealmente conviene utilizzare due auto, una da lasciare a Roccamorice e l’altra per raggiungere il Passo. Il punto d’arrivo dell’itinerario, dove lasciare l’auto, è la località Acquafredda che si raggiunge da Roccamorice seguendo la strada per Santo Spirito e Fonte Tettone; al bivio del Km 6,3 (fontanile) si va a sinistra, si passa il ponte sul fosso Launelle, e al bivio successivo si va a destra; la strada sale a mezza costa sul colle e termina a un quadrivio (quota 800, 2,2 km dal fontanile, 4,7 km dal paese); qui si parcheggia. La località di Passo Lanciano (raggiungibile da Roccamorice via Lettomanoppello o via Fonte Tettone) è punto di riferimento sia per il turismo estivo sia per gli appassionati degli sport invernali e dei campi da sci della Maielletta. Si trova a 1300 metri di quota ed è crocevia delle strade che risalgono i versanti del massiccio. L’imbocco del sentiero del Parco CP (Capanne in Pietra a secco - Anello Colle Astoro) si trova a fianco del casotto del Corpo forestale dello Stato, nella valletta che scorre parallela sulla sinistra alla strada che scende a Lettomanoppello. Il sentiero, ben segnato, traversa una fascia di bosco in direzione ovest. Già in questo tratto di sottobosco sono visibili numerose capanne di pietra, ormai in condizioni malandate, che il rimboschimento del dopoguerra ha occultato sotto la sua galleria vegetale. Esse formano una sorta di villaggio, adagiato sul fianco del Fosso Sant’Angelo e dotato di capanne, recinti, muri di contenimento e sentieri di collegamento. Al bivio, si segue il ramo di destra del sentiero CP. Usciti dal bosco, il sentiero scende sinuosamente in una valletta invasa di felci e raggiunge, in località Arcarelli, il più bel monumento di pietra della Maiella, noto come la Valletta. Le tre capanne sono raccordate da muretti di pietra. La prima dispone di un camino e di tre ripostigli ed è affiancata da una capanna mungitoio. La capanna in basso si sviluppa su due piani, un tempo separati da un tavolato, con accessi indipendenti: la porta superiore ha l’architrave orizzontale mentre l’accesso inferiore alla galleria di pietra ha l’architrave a sesto acuto.
Si continua sul sentiero segnato, tra boschetti, radure e fossi fino a raggiungere un secondo vasto complesso, noto come la Vasca per la caratteristica vasca trapezoidale di abbeverata, scolpita nella pietra. Il recinto presenta due porte di accesso, munite di attaccaglie, pietre forate per attaccarvi le bestie da soma. Questa piccola masseria di montagna comprende quattro capanne destinate a dormitorio e a mungitoio. Molto caratteristica è la capanna con la facciata concava, l’architrave orizzontale e la finestra di scarico.
Il sentiero assume ora la forma caratteristica del tratturo pastorale, protetto da muretti di pietra; vira verso nord e costeggia i campi terrazzati, un tempo destinati a coltivi, vigilati da capanne isolate di servizio. Usciti dal bosco si raggiunge il bordo della Valle Ardenga, verdeggiante di felci, di fronte al Colle dell’Astoro. Siamo nel cuore dell’itinerario. La quota è di poco superiore ai 1000 metri. La visita agli insediamenti agro-pastorali della Valle Ardenga si concentra subito sul complesso Colle Astoro, con tre capanne comunicanti addossate a una fascia di rocce; un terrazzino domina dall’alto l’allungato recinto di pietra; un bordo scolpito nella pietra canalizza l’acqua piovana e ne impedisce il riversarsi nelle capanne. Poco più avanti s’incontra un recinto dalla forma triangolare dotato di una capanna e di un mungitoio a doppia entrata. Più avanti si è al quadrivio dei sentieri della Valle Ardenga. Il sentiero CP inverte il suo percorso e risale a sinistra (sud-est) per poi chiudere l’anello a Passo Lanciano. Il sentiero che dal quadrivio si dirige a sud-ovest conduce subito al complesso delle Tre Capanne (sulla sinistra) e più avanti sulla destra a una capanna recintata all’ombra di un faggio; volendo proseguire, il sentiero scende sul fondo del Fosso Capanna, dov’è una fonte e un interessante ricovero pastorale in grotta, e risale al di là verso il Colle della Civita e la strada. Dal quadrivio seguiamo il tratturo principale C2 in direzione nord-ovest: scavalcato il colle il percorso in discesa si apre sul largo pendio di pascoli popolato di greggi di pecore e capre, di fronte all’ampio panorama dei paesi della Val Pescara e della catena del Gran Sasso. Si può seguire alternativamente sia il vecchio e caratteristico tratturo di monticazione, protetto sui lati da muretti di pietra e da piccole capanne, sia la più comoda sterrata. Notevole è il complesso la Cima con doppio recinto, costruito in una magnifica posizione dominante. Più avanti troviamo il recinto triangolare con capanna aggrappato alla ripida costa. A sinistra, numerosi boschetti ospitano altre capanne. Si raggiunge ora il bordo del pendio sostenuto da muri di pietre e ci si affaccia sulla destra con bella vista sul terrazzo sottostante e sulle grotte del Fosso Sant’Angelo. In breve si raggiunge un fontanile, al margine di una residenza di campagna con un pozzo e un grande tholos di servizio, restaurato. Di fronte è il complesso di capanne delle Coste Cagne che si visita. Qui arriva anche la sterrata proveniente dal Fosso Sant’Angelo. Un ultimo tratto sullo sterrato o sul sentiero portano alla strada asfaltata, al quadrivio di Acquafredda, a quota 800 (dove avremo lasciato l’auto). Entrambi i rami della strada asfaltata conducono a Roccamorice.
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Le Pajare sul tratturo di Roccamorice
La Maiella è una montagna amata. Gli escursionisti tornano appagati dalle lunghe e panoramiche ascese al monte Amaro e alle altre cime del massiccio. Le passeggiate di bassa quota che partono dalla corona di paesi incastonati alle sue pendici sono una piacevole esperienza di scoperta dei gioielli della natura. Ma i motivi di maggiore attrazione della Maiella sono quelli nascosti nelle pieghe dei suoi valloni, nella ragnatela dei suoi eremi, nelle grotte e nei tholos che punteggiano i pendii che salgono dai paesi verso la fascia del bosco. Il percorso qui proposto corrisponde a un’antica via di monticazione. Segue un largo tratturo di transumanza verticale, percorso pendolarmente ancora oggi dalle greggi di pecore e capre che cercano i freschi pascoli in quota e ritornano poi agli ovili distribuiti sulla montagna. La partenza è il borgo di Roccamorice e il punto di arrivo è il Passo Lanciano. Sul tratturo di Roccamorice le risorse della pastorizia non transumante si sommano a uno straordinario rosario di capanne di pietra, tra le più “belle” della Maiella. La scoperta e l’esplorazione di queste perle di architettura spontanea rendono emozionante e istruttiva l’escursione.
L’Italia della pietra a secco
Passeggiate tra i monumenti dell’architettura spontanea
Per approfondire
L’ufficio turistico sulla piazza del Comune di Roccamorice fornisce cartine dei percorsi e informazioni sulla visita agli eremi di San Bartolomeo e di Santo Spirito. La guida storico-artistica di Enrico Santangelo, dal titolo Roccamorice egli eremi celestiniani, è pubblicata dalle edizioni Carsa. Nella stessa collana (Gli Scrigni) Carsa pubblica la guida di Edoardo Micati dal titolo Pietre d’Abruzzo. Guida alle capanne e ai complessi pastorali in pietra a secco. Al mondo pastorale di Roccamorice è dedicata la ricerca realizzata da Alessandro Sonsini e Simone Angelucci e pubblicata dalle edizioni Menabò con il titolo La morra. Memorie ed eredità della pastorizia non transumante. Il sussidio più utile all’escursione è il volume Paesaggio agrario costruito, diffuso gratuitamente nei centri di visita e scaricabile dal sito del parco della Majella; la guida censisce le capanne di pietra (con foto e geo-referenziazione) e indica gli itinerari del Parco.
La ricognizione del percorso è stata effettuata l’1 agosto 2014
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