Le tappe dell’itinerario
Il comune sparso di Rodengo (Rodeneck, in tedesco) è situato all’inizio della Val Pusteria. Castel Rodengo (Schloss Rodeneck) ne è la principale attrazione, sia per la sua posizione, con le mura che dominano una gola rocciosa entro cui spumeggia la Rienza, sia per il superbo ciclo di affreschi che racconta le vicende di Ivano, tratte dal famoso poema di Chrétien de Troyes.
Nel castello merita una visita anche la cappella dedicata a San Michele che contiene un dipinto cinquecentesco del Giudizio universale. Si tratta della cappella privata dei proprietari del tempo, dove l’intera famiglia ha voluto raffigurarsi in preghiera, nell’attesa del Giudizio finale e nella speranza che la dedicazione e il mecenatismo allontanassero i rischi di un’eterna condanna. Vediamo così raffigurati - in ginocchio ma nello sfarzo dei sontuosi abiti nobiliari - il capofamiglia Cristoforo Wolkenstein-Rodenegg, sua moglie Ursula von Spaur e i loro 17 figli e figlie, accuratamente individuati dai nomi su cartigli.
Una lunga citazione nel latino dei padri della chiesa ci ricorda l’ossessione e l’angoscia dell’uomo medievale: «sia che mangi, sia che beva e qualsiasi cosa io faccia, un tremito mi assale in tutto il corpo quando sento quella tromba terribile che mi risuona nelle orecchie e che chiama i morti a risorgere e ad affrontare il giudizio finale».
In alto è la visione della seconda parusia. Secondo la tradizione iconografica di genere Gesù siede sull’arcobaleno e poggia i piedi sul globo terrestre; con la mano destra benedice i salvati e con la mano sinistra respinge i dannati. Gli fanno corona gli angeli che esibiscono gli strumenti della passione e il tribunale celeste dei dodici apostoli. Ai suoi piedi Maria e Giovanni intercedono per la salvezza dei risorti. Gli angeli trombettieri chiamano i morti a risorgere. Un po’ più originale è la scena della risurrezione, con i morti che sollevano le pietre che chiudono gli avelli dei sepolcri ed escono urlando la loro gioia o esprimendo il loro raccapriccio. I cimiteri si distribuiscono su tutti i tipi di terreni; ma le tombe dei salvati si aprono in un’amena valle circondata dai boschi e dominata dai monti: un paesaggio che richiama naturalmente la val Pusteria e le montagne atesine.
A sinistra il corteo dei beati è accolto dagli angeli e introdotto nel Paradiso. A destra si distende lo spazio fiammeggiante dell’Inferno, con i diavoli impegnati a trascinare i recalcitranti dannati verso le loro punizioni eterne.
Visioni dell’aldilà
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Itinerario nella provincia di Bolzano
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