Itinerario nella provincia di Bolzano
Gáis. Speranza e disperazione tra le croci del cimitero
Le tappe dell’itinerario
Gáis si trova in Val di Túres, lungo il torrente Aurino, a nord di Brunico e della Val Pusteria. Tra le case oltre il fiume si raggiunge la chiesa parrocchiale di San Giovanni evangelista, originariamente di età romanica e poi rimaneggiata in epoca tardo-gotica, dotata di tre navate e abside semi-circolare. Nel vicino cimitero una cappella mortuaria è decorata da un’ampia scena del Giudizio universale. La scelta di illustrare questo tema biblico proprio tra le tombe del cimitero ha l’evidente intento di dare un conforto e una speranza ai vivi che vengono qui per piangere i loro morti. La speranza che un giorno tutti risorgeremo e che potrebbe aprirsi per loro e per noi la porta del cielo nutre il senso cristiano della fine. Il messaggio è rafforzato dal vicino affresco che descrive i cristiani in preghiera con l’intento di accelerare la liberazione delle anime dalle fiamme del sottostante Purgatorio e la loro ascesa al cielo tra le braccia degli angeli.
La rappresentazione del Giudizio finale risale ai primi del Cinquecento e segue il modulo convenzionale. Gesù scende da regno dei cieli attraverso il varco della mandorla e siede sull’iride della nuova alleanza; il capo è nimbato e il rosso mantello che ne avvolge il corpo lascia visibili i fori dei chiodi e la ferita del costato; la doppia sentenza del giudizio è descritta con la postura delle mani: la destra accoglie i beati con il gesto della benedizione, mentre la sinistra invia lontano da sé i dannati. Immediatamente sotto il Cristo giudice, i dodici apostoli sono schierati per esercitare la loro funzione di tribunale celeste; molti di loro sono facilmente riconoscibili dai loro tradizionali attributi: Pietro con le chiavi, Giovanni con il calice, Bartolomeo con il coltello, Giacomo col bastone da pellegrino. In basso, al centro, in campo lungo, i morti risorgono dai loro sepolcri, liberandosi dal sudario che li avvolge; a risvegliarli dal sonno eterno è lo squillo delle trombe suonate dai due angeli trombettieri raffigurati sui risvolti dell’arco ogivale; usciti dalle tombe i risorti apprendono il loro destino di salvezza o di condanna ed esplicitano le loro emozioni di gioia o di costernazione. In basso a sinistra è raffigurata la città celeste, a due moduli, con una torre dotata di bifora. Attraverso un ampio e luminoso ingresso San Pietro e l’angelo introducono i salvati nel luogo della beatitudine. Speculare è la scena dell’Inferno: sullo sfondo della città di Dite un angelo sferza violentemente i dannati e li spinge verso la porta dell’eterna perdizione; qui i diavoli sono pronti a incatenare i reprobi e a condurli alle rispettive punizioni.
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