Itinerario nella provincia di Bolzano
Sarentino. Il Giudizio finale nella chiesa di San Cipriano
Le tappe dell’itinerario
Arriviamo a Sarentino (Sarnthein, in tedesco) dopo aver risalito la valle Sarentina seguendo il corso del torrente Tàlvera, tra orridi e gallerie prima e tra continui inviti a soste arcadiche poi. Dopo Sarentino la strada prosegue tra fioriture di rododendri fino al passo di Pennes. La chiesa di San Cipriano custodisce alcuni cicli di affreschi dedicati alla passione di Cristo, al martirio di san Sebastiano e alla sapida storia dei martiri Giustina e Cipriano. Cipriano era un mago che aveva chiesto al demonio di sedurre la giovane Giustina, perché consentisse a sposare uno dei suoi clienti; ma Satana non riuscì nell’impresa perché la giovane lo aveva messo in fuga con un segno di croce; ne seguì la conversione, una vita edificante e il martirio di entrambi nell’olio bollente.
Sulla parete d'ingresso si può ammirare un grande Giudizio Universale, fatto dipingere nel 1492 dalla corporazione dei conciatori di pellami.
Il Giudizio universale si svolge su due livelli, in cielo e in terra. Gli avvenimenti del cielo occupano lo spazio maggiore. L’immagine del Cristo giudice sovrasta lo spazio celeste: egli è raffigurato all’interno dell’ovale della mandorla, seduto sull’arcobaleno, simbolo della nuova alleanza tra Dio e l’umanità. La sentenza di condanna per i maledicti e di salvezza per i benedicti è resa con i due oggetti simbolici che fuoriescono dalla bocca di Gesù: la spada della giustizia e il giglio della misericordia. Il senso della duplice sentenza è rafforzato dalla gestualità di Gesù: la sua mano destra si leva a benedire gli eletti mentre la sua mano sinistra si stende a respingere i dannati.
Nello spazio celeste volteggiano quattro angeli. Due di essi suonano le trombe del giudizio che chiamano i morti alla risurrezione: i cartigli riportano l’invito surgite mortui, venite ad iudicium. Gli altri due angeli esibiscono gli strumenti della passione di Gesù, il legno della croce e la colonna della flagellazione, strumenti di salvezza per l’umanità.
Al di sotto del giudice si posizionano gli intercessori in preghiera che impetrano per la salvezza dei risorti. Sono Maria, la madre di Gesù e Giovanni Battista, il precursore. Alle loro spalle si affollano i gruppi dei beati. Tra essi occupano posizioni privilegiate le gerarchie civili ed ecclesiastiche, identificabili dai copricapi che ne definiscono la condizione (la corona del re, il triregno del papa, la berretta del cardinale, la mitria del vescovo).
La fascia intermedia è occupata dal tribunale celeste. Sono i dodici apostoli che siedono sui troni per partecipare al giudizio dell’umanità risorta, secondo la promessa di Gesù nel vangelo di Luca: siederete anche voi sopra dodici troni per giudicare le dodici tribù d’Israele.
In basso è raffigurato l’immenso cimitero della terra, dove gli spazi verdi si alternano alle aree sepolcrali. Dalla nuda terra fanno capolino le teste dei risorti che attendono di conoscere il proprio destino individuale. Nelle praterie terrestri si aggirano angeli e diavoli alla ricerca dei risorti di rispettiva pertinenza. In basso sulla destra è descritto l’affollato spazio rosseggiante delle fiamme della purificazione e della punizione.
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