Itinerario nella provincia di Bolzano

Laces. Il Giudizio finale nella cappella di Santo Stefano di Morter

Le tappe dell’itinerario

Un’immagine quasi espressionista dell’aldilà, dipinta alla fine del Quattrocento, si trova nella chiesetta di Santo Stefano posta a guardia dell’imbocco della Val Martello. La si raggiunge percorrendo la Val Venosta e toccando il comune di Laces. Di qui si traversa la frazione di Morter e si sale ai castelli di Montani di Sotto e Montani di Sopra. La chiesa è scenograficamente posta su un panoramico sperone di roccia. Le sue pareti interne sono interamente rivestite di affreschi dedicati alle storie dei santi Stefano, Orsola e Uberto. La parete ovest riporta scene della vita di Cristo e la grande rappresentazione del giudizio universale.


Le scene del cielo e della terra si sovrappongono sullo sfondo della netta linea dell’orizzonte che segna il confine tra il cielo blu e una gibbosa terra verde. Gesù appare nella mandorla, seduto sull’arcobaleno della nuova alleanza, a braccia levate, con i piedi poggiati sul globo terrestre; ha un mantello rosso che gli lascia scoperte le piaghe della crocifissione. Il Giudice pronuncia le due sentenze di salvezza e di condanna, rispettivamente simbolizzate dal giglio e dalla spada che gli fuoriescono dalla bocca. Ai lati sono rappresentati in grande evidenza la Madonna e Giovanni Battista, impegnati nella preghiera di intercessione. Ai margini superiori del dipinto due angeli in volo fanno squillare le trombe che chiamano i morti a svegliarsi dal sonno della morte. Nel grande cimitero planetario i morti risorgono dalle loro sepolture nella nuda terra, nettamente separati nelle  due aree a sinistra e a destra del giudice. Il particolare di maggiore effetto è dato dai volti raggianti dei risorti destinati alla beatitudine  e dall’espressione di terrore dei dannati. Il Paradiso non compare nel dipinto, ma è sufficiente ad esprimerne il senso l’espressione di serena letizia dei risorti, tra i quali si notano un papa con il triregno, un paio di vescovi, un frate con la tonsura, due donne dai lunghi capelli biondi. Di fronte è l’Inferno, raffigurato come la gola del Leviatano, il drago dalla bocca fiammeggiante. Anche nel gruppo dei dannati sono presenti le gerarchie religiose (un cardinale e un vescovo), i religiosi e la gente comune. Ma sono soprattutto i diavoli ad imporsi nell’immaginario del pittore. Un grande Lucifero verde incatenato alla colonna afferra due dannati per divorarli. Due diavoli, il primo dotato di orecchie d’asino, il secondo popputo e con una terribile mazza ferrata, danno la caccia al frate infedele ai voti e alla regola.

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